La paura di perdersi qualcosa

Tutti noi possediamo un cellulare. E con esso la possibilità di connetterci, di ricercare informazioni, di navigare, di interagire ed osservare il mondo attraverso i social. Il telefono è ormai diventato una parte di noi, quasi un’estensione del nostro corpo. E spesso capita di essere più interessati alle interazioni online che a quelle che avvengono nella realtà, sul pianerottolo di casa nostra, nel bar sotto al nostro ufficio o nella palestra dove ci alleniamo. Siamo più interessati ad un like sul nostro profilo Instagram e a cosa stanno facendo gli altri che a parlare con chi ci sta davanti in carne ed ossa. Esiste addirittura una parola, phubbing, che descrive il fenomeno di non prestare attenzione all’interazione con qualcuno che abbiamo di fronte, in un setting “faccia a faccia”, per concentrarsi invece sul proprio telefono (Chotpitayasunondh e Douglas, 2016; Kenny, 2016; Mazzieri, 2020).

Origine della FoMO

Ed è in questo orizzonte sociale e culturale che nasce e acquisisce senso e specificità la FoMO. Acronimo di fear of missing out, è la “paura di essere tagliati fuori”, il pensiero o la sensazione di stare perdendo qualcosa di piacevole e interessante che altre persone stanno invece vivendo, la percezione costante che gli altri si divertano o si godano la vita più di quanto non stiamo facendo noi. La FoMO è, in maniera evidente, una manifestazione correlata all’utilizzo eccessivo dei social network ed è connotata dal desiderio di restare continuamente connessi con ciò che gli altri stanno facendo e al pensiero di non partecipare ad esperienze piacevoli e gratificanti che coinvolgono persone conosciute. Studi recenti in letteratura scientifica ne hanno rilevato un incremento di frequenza e di intensità soprattutto tra gli adolescenti (Przybylski et al., 2013), per i quali il bisogno di essere inclusi e la connessa preoccupazione rappresenta un aspetto fisiologico ed evolutivo fondamentale. Si parla però di FoMO, acquisendo tale definizione una connotazione patologica, quando il disagio connesso alla possibile esperienza di mancata partecipazione va ad impattare sul funzionamento quotidiano dell’individuo, associandosi ad emozioni penose: si possono provare tristezza e invidia nei confronti degli altri, un senso doloroso di vuoto al confronto della propria esistenza con quella degli altri, che appare divertente e piena e soddisfacente. A ciò si può aggiungere ansia in relazione al timore (o alla convinzione) di non fare abbastanza progressi nella propria vita o di non avere un quotidiano interessante e soddisfacente come dovrebbe esserlo (sempre in confronto con ciò che gli altri vivono). Tale complesso quadro emotivo può avere dei riflessi importanti sulla rappresentazione di se stessi e del proprio valore, alimentando e sostenendo una modalità di regolazione della percezione del sé basata sul costante confronto con l’altro.

Elementi costitutivi della FoMO

La FoMO si compone principalmente di due elementi:

  • L’ansia relativa alla possibilità che gli altri possano avere delle esperienze piacevoli e gratificanti dalle quali si è esclusi o assenti;
  • Il desiderio continuo e persistente di essere connessi e di stare in contatto con gli altri attraverso i social.

Tali elementi possono essere considerati interdipendenti e connessi tra loro. Infatti pensieri relativi all’esclusione possono innescare preoccupazione ed angoscia che a loro volta determinano e/o facilitano comportamenti di controllo (accesso ai social) con la finalità di regolare/ridurre lo stato di ansia iniziale. Ciò può portare alla strutturazione di un di circolo vizioso comportamentale a carattere compulsivo e ripetitivo (es. aggiornamenti ripetuti delle pagine web, controllo ripetitivo della presenza di connessione, evitamento sociale, utilizzo prolungato e continuativo dello smartphone). A tali abitudini comportamentali può aggiungersi la tendenza impulsiva e non regolata a leggere immediatamente eventuali notifiche ogni qualvolta appaiono sullo schermo del cellulare, aspetto questo verosimilmente rinforzato dalla riduzione della tensione causata dall’idea di potersi perdere informazioni relative alle proprie conoscenze (Elhai et al., 2021). Sul piano cognitivo l’esperienza della FoMO può accompagnarsi e caratterizzarsi da pensieri del tipo: “Non è ancora arrivata la risposta di Andrea al messaggio che le ho inviato, forse mi ha risposto ed io non l’ho visto?”, “La connessione non è buona qui, non riuscirò a visualizzare le storie dei miei amici!”, “Oddio, ho il cellulare scarico, non potrò sapere cosa stanno facendo i ragazzi!”, “Vorrei dormire, sono stanco…ma se mi perdessi qualcosa di importante?”. Pensieri di questo tipo possono rappresentare innescatori di ansia. Ma molto difficilmente chi sperimenta la FoMO ne è consapevole, riconoscendo in genere esclusivamente un indistinto e confuso stato di agitazione, da cui trae sollievo unicamente con il controllo dello smartphone.

Cause ed Effetti della FoMO

Ma quali sono le cause della FoMO? Secondo Przybylski, uno dei suoi principali studiosi, esse andrebbero rintracciate nel desiderio di soddisfare alcuni bisogni di base degli esseri umani, tra i quali il desiderio di essere in relazione con gli altri: viviamo nelle relazioni e di queste abbiamo bisogno!

E quali sono gli effetti della FoMO e dei meccanismi comportamentali e psicologici ad essa connessi? E’ stata rilevata un’associazione tra la FoMO e aumentati livelli di ansia, depressione ed ansia sociale, ridotta soddisfazione sperimentata nei confronti delle proprie abitudini di vita e un utilizzo problematico e disfunzionale dello smartphone. Alcuni studi evidenziano inoltre una possibile connessione tra la FoMO e tratti di personalità di matrice narcisistica (Elhai et al., 2021). Le continue interruzioni della continuità delle attività quotidiane finalizzate all’attuazione di comportamenti di controllo e di verifica sullo smartphone comportano non solo un aumento della distraibilità e una riduzione del rendimento nelle attività quotidiane (lavoro, studio, rapporti sociali) ma anche una riduzione del benessere psico-fisico (aumento degli stati emotivi negativi, maggior senso di stanchezza, alterazioni del sonno) (Milyavskaya et al., 2018).

Come affrontare e gestire la FoMO?

È stata rilevata una buona efficacia degli interventi psicologici di matrice cognitivo-comportamentale. L’aspetto centrale di questi interventi è finalizzato ad un aumento della consapevolezza dei pensieri che generano ansia, unitamente alla costruzione e al consolidamento di capacità alternative di gestione dell’esperienza emotiva negativa. Più specificamente la psicoterapia della FoMO mira a:

  • aumentare l’attenzione e la consapevolezza delle emozioni ad essa connesse, per favorire così una più efficace regolazione dello stato emotivo e aumentare la probabilità di non mettere in atto comportamenti ripetitivi di controllo;
  • costruire e alimentare un monitoraggio interiore che possa contrastare i pensieri relativi all’esclusione sociale e al timore di non essere sempre connessi, favorendo così aspettative di funzionamento maggiormente realiste che e realizzabili: non è possibile esserci sempre e ovunque!
  • regolare le aspettative: non è possibile né realisticamente aspettarsi che ogni post pubblicato, ogni storia condivisa riceva apprezzamento o susciti commenti!
  • favorire la strutturazione di strategie alternative di gestione delle emozioni negative, con particolare attenzione allo sviluppo e alla promozione di modalità di regolazione che avvengano offline.
  • cercare di promuovere un utilizzo quantitativo più moderato dello smartphone e dei social network.

 

Riferimenti bibliografici:

  • Alutaybi A., Al-Thani D., McAlaney J., Ali R., (2020). Combating Fear of Missing Out on Social Media: The FoMO-R Method. International Journal of Environmental Research and Public Health, 17(17), 6128).
  • Chotpitayasunondh V., Douglas K.M., (2016). How phubbing becomes the norm: the antecedents and consequences of snubbing via smartphone. Comput. Hum. Behav., 63 (9-18).
  • Deci E., Ryan R.M., (1985). Intrinsic motivation and self determination in human behaviour. New York, Plenum Press.
  • Elhai J., Yang H., Montag C. (2021). Fear of missing out: overview, theoretical underpinnings and literature review an relations with severity of negative affectivity and problematic technology use. Brazilian Journalof Psychiatry, 43(2), 203-209.
  • Kenny M., (2016). Cell Phones, college students and conversations: exploring mobile technology use during face.to-face interactions. Bachelor’s Thesis, The Florida State University.
  • Mazzieri E., (2020). Siamo l’esercito del selfie..ma perché? La FoMO come predittore dell’uso problematico dei social. State of Mind.
  • Przybylski A., Murayama K., DeHaan c., Gladwell V. (2021). Motivational, Emotional and behavioral correlates of FOMO.