Quando tuo figlio ti abbraccia, quando i tuoi genitori ti regalano quello che desideravi, quando a lavoro vieni trattato male, quando litighi con il tuo migliore amico oppure quando mangi un pezzo di pane appena sfornato, quale emozione provi?

Le nostre emozioni sono come l’ago di una bussola

Può sembrare una domanda quasi banale ma, se ci fermiamo un secondo a pensare, certe volte la risposta non è così facile.

Anche se spesso non ci facciamo caso, noi usiamo le nostre emozioni per muoverci nel mondo. Se siamo felici, risponderemo con più cordialità al commerciante, se siamo tristi cammineremo con occhi bassi e potremmo non avere voglia di fermarci a salutare un conoscente, se siamo arrabbiati saremo più suscettibili alle ingiustizie che ci capitano durante la giornata.

Le nostre emozioni, quindi, sono come l’ago di una bussola che ci indica come agire in un determinato momento. Solo che, se non riusciamo a riconoscere le nostre emozioni, l’ago non funziona molto bene e inizierà a non puntare perfettamente a nord, ma magari punterà a nord-est o nord-ovest, qualche volta addirittura a sud, inducendo ad utilizzare un comportamento non funzionale ad una specifica situazione.

Questo non significa che comprendere le proprie emozioni porta a comportarci al meglio, perché certe volte siamo così presi da quello che sentiamo che siamo un po’ offuscati dai nostri sentimenti; ma una volta che il flusso emotivo è diminuito, se riusciamo a comprenderci, questo ci permetterà di capire cosa è successo e nel caso rimediare se abbiamo ferito qualcuno o se abbiamo ferito noi stessi.

Non riuscire a comprendere le proprie emozioni

Immaginate, però, una persona che non riesce a comprendere quello che prova. Sarà completamente in balia delle proprie emozioni. L’ago oscillerà da destra a sinistra e questa persona non solo non saprà come agire nel mondo, ma potrebbe avvertire l’emozione come insopportabile.

Se l’emozione arriva a livelli molto elevati, la persona cercherà di agire in modo tale da abbassare l’intensità, ad esempio con l’uso di sostanze, rituali, evitamento della situazione temuta, uso compulsivo di cibo, repressione delle emozioni, ecc.. tutti comportamenti che a lungo termine portano sia a peggiorare la situazione e sia a manifestare sintomi di un disturbo.

Nel complesso, la difficoltà di identificare e descrivere le proprie emozioni e la difficoltà a comprendere le emozioni dell’altro vengono identificate come Alessitimia. Al di là del nome che gli viene attribuito, l’Alessitimia sembra essere uno dei fattori che possono portare ad avere una qualità della vita bassa e sembra che sia presente in diversi disturbi psichiatrici, come Binge Eating Disorder e Disturbo Bipolare.

COMPRENDERE LE EMOZIONI ED I SENTIMENTI ALTRUI

Inoltre, la capacità di comprendere e descrivere le proprie emozioni serve anche a comprendere le emozioni dell’altro. Se c’è una difficoltà nel comprendere cosa prova la persona di fronte a noi, non possiamo essere in grado di soddisfare i suoi bisogni, come ad esempio comprendere perché nostro figlio piange, andando a creare una crepa nella relazione con l’altro.

Tutto questo ci fa comprendere quanto le emozioni siano fondamentali nella nostra vita e che impatto hanno sulla nostra quotidianità. Quindi se stando in fila dal fruttivendolo o mentre siamo nel traffico sentiamo qualche sensazione che non ci lascia tranquilli, forse stiamo provando un’emozione spiacevole e se la sapremo riconoscere ci aiuterà ad avere l’ago della bussola puntata verso il nord.

E dopo aver letto questo articolo, che emozione provi?

 

Bibliografia

Taylor G J, Bagby R M, Parker J D A (1991) The Alexithymia Construct: A Potential Paradigm for Psychosomatic Medicine. Psychosomatics, Vol 2, Issue 2, p. 153-164.