Relazioni Tossiche: Segnali di Allarme

Chi vive in coppia può chiedersi se la propria relazione con la persona scelta sia sana e funzionale o no. Non conviene fare riferimento ad un modo di vivere in coppia migliore dell’altro, ma alla continuità di un processo utile nel favorire lo sviluppo individuale e la continua rinegoziazione del rapporto. Piuttosto che ingaggiare una “lotta” fatta di litigi o silenzi con il proprio partner, scegliere con consapevolezza di chiedersi quanto quella relazione e quei sentimenti rappresentano o meno un’opportunità per l’evoluzione di ciascuno e accettarne la risposta con le rispettive conseguenze da affrontare, è un gesto importante seppur difficile. La premessa si basa sul chiedersi “voglio che questa coppia evolva o rimaniamo in questo limbo?” quindi evoluzione o staticità? Per farlo l’individuo deve comprendere il livello di benessere che ha raggiunto con se stesso, questo passaggio, permette di entrare in contatto con l’altro e favorirne uno scambio reciproco.

Approfittare delle difficoltà e sofferenze come stimolo a una comprensione maggiore e alla spinta evolutiva. Quindi una coppia sta tanto meglio quanto più riesce ad adattarsi alle esigenze connesse con il processo evolutivo dei due individui che la compongono: non solo adattarsi, ma favorirne lo sviluppo. Quando la relazione vacilla, risulta difficile continuare a costruire una storia che si sviluppi in un processo che porterebbe ad una dimensione più evoluta. Le coppie che si impegnano attivamente, sono quelle che non hanno più voglia di usare gli altri per unirsi o separarsi nascondendosi dietro colpe o accuse. Persone che hanno finalmente capito che certi giochi non avranno mai fine se non verrà da loro la scelta di interromperli. Bisogna imparare a riconoscere, un’opportunità per affrontare e superare all’interno di quel nuovo rapporto un problema ancora irrisolto. Rischiare e approfittare dell’occasione piuttosto che combatterla in virtù di un’ideale di normalità o subire la situazione e continuare a non gestire la propria vita.

Contratto Pre-Coppia

Jackson ha definito il “quid pro quo” letteralmente “qualcosa per qualcos’altro”, un metaforico contratto per stabilire le regole della relazione, la definizione di come ciascuno modifica il proprio comportamento in relazione all’altro. Una relazione, presuppone un processo attivo di ricerca e definizione dei compiti relazionali attraverso la contrattazione del quid pro quo. Il funzionamento dipenderà dal grado di collaborazione nei vari compiti da parte di entrambi. Le regole di relazione sono specifiche di ciascuna coppia ma non dimentichiamo l’influsso delle norme culturali e l’importanza del sistema allargato e del modo del lavoro, tutti sistemi che concorrono alla definizione di sé e della coppia.

Nessuna coppia inizia un rapporto a partire da zero, ciascun individuo ha un sistema di credenze e di aspettative nei confronti della coppia che si è strutturato a partire dalle esperienze nella famiglia d’origine e da altre, il tutto poi immerso nella cultura di una specifica società. Questi valori permeano i nostri modi di pensare e di essere in coppia. Le coppie sviluppano una costruzione della realtà condivisa: le premesse di base che gli individui portano nella relazione vengono modellate reciprocamente, rinforzate o modificate nel tempo attraverso la loro esperienza insieme. Tutto ciò include valori, miti idee e aspettative per il futuro. Questo sistema di credenze condiviso è la linfa vitale di una relazione che guida il presente e pianifica il futuro. A ogni transizione, il paradigma è sottoposto a trasformazione per andare incontro ai bisogni di riorganizzazione del sistema. Questo è il fondamento del quid pro quo.

 

 Elementi che differenziano una coppia funzionale da una disfunzionale: segnali di allarme e strategie per relazioni sane

Nella routine quotidiana in cui si è divisi tra impegni lavorativi, ruoli parentali e spazi personali, è importante riconoscere e coltivare alcuni elementi essenziali nella coppia tra cui:

  • RECIPROCITA’

Nelle relazioni in cui entrambi sono impegnati nel lavoro e nei ruoli parentali, l’eguaglianza non significa che entrambi devono svolgere gli stessi compiti negli stessi modi e quantità. E’ necessario il senso di reciprocità a lungo termine, in modo che i partner siano convinti che ciascuno si fa carico di alcune responsabilità e che i rispettivi contributi hanno valore e fanno parte di un equilibrio che dura nel tempo. Di contro, le coppie disfunzionali sono caratterizzare da uno squilibrio di potere: più grande la posizione di dominanza e di autorità di uno sull’altro, più disfunzionale è la coppia generando senso di fatica e malessere.

  • ADATTABILITA’

Data la complessità degli impegni di vita quotidiana, è necessaria chiarezza e ordine nella miriade di compiti lavorativi e familiari. Allo stesso tempo, le variazioni inaspettate nella routine, le crisi e le eventuali responsabilità che si aggiungono, richiedono flessibilità e tolleranza per il caos che possono produrre, rinegoziando le regole in risposta ai cambiamenti della vita.

  • COESIONE

Le coppie funzionali riescono a trovare un equilibrio tra vicinanza e rispetto della separazione e delle differenze individuali. Per esempio, nelle coppie disfunzionali, è molto difficile mantenere coesione ed intimità nella coppia, quando entrambi hanno impegni lavorativi e nasce un figlio, implicitamente ci si aspetta il “sacrificio” di uno dei due, il tempo si consuma negli adempimenti di impegni di lavoro e familiari, disimpegnandosi l’uno nei confronti dell’altro. Ed è necessario ritrovare momenti di condivisione.

  • COMUNICAZIONE

La coppia deve adottare una comunicazione chiara, basata sui bisogni di entrambi e definendo ruoli e aspettative reciproche. A causa della complessità della vita attuale, i partner devono costantemente ridefinire e rendere esplicite le loro idee e aspettative nei confronti del compagno\a e di se stessi. A meno che non ci sia chiarezza e coerenza, possono accadere molti fraintendimenti che si sommano producendo frustrazione e conflitto.

  • ESPRESSIONE DELLE EMOZIONI

Ogni coppia deve raggiungere un accordo su come si esprimono reciprocamente i sentimenti di amore, affetto e cura. Fraintendimenti in tal senso sono fonte di tensione. In terapie, quando le coppie dicono di avere problemi di comunicazione, in realtà si riferiscono a questo. Dimostrazione di affetto attraverso la vicinanza fisica, provvedendo economicamente alla famiglia, sono forme diverse di espressione da esplicitare.

  • CAPACITA’ DI RICONOSCERE E RISOLVERE I PROBLEMI

Una differenza importante tra coppie funzionali e non funzionali, non è determinata dalla presenza o assenza di problemi, ma dalla capacità di affrontare e risolvere le difficoltà che insorgono. La comunicazione e le abilità a risolvere i problemi facilita l’adattamento. Il processo di problem solving è una progressione: dall’identificazione condivisa di un problema, attraverso la contrattazione fino alla risoluzione. Le coppie disfunzionali hanno difficoltà nel riconoscimento condiviso di un problema. La poca chiarezza nella comunicazione e la poca differenziazione, bloccano la definizione del problema e il riconoscimento delle differenze nei sentimenti e nelle idee rispetto ad esso. La difficoltà nella coppia ad esprimere tali differenze, è per timore di un conflitto che può sfociare in aggressività. Ci sono coppie con bassa tolleranza al conflitto che tendono ad accordarsi e premono per la chiusura del problema, usando la soluzione solita a tutti i problemi perché la sperimentazione e ricerca di nuove soluzioni sarebbe fonte di fallimento e colpa. Anche i litigi sul controllo della relazione impediscono il problem solving.

Una volta emerso delle differenze, la coppia cade nella trappola di “chi ha torto e chi ha ragione” senza alcuna capacità di considerare il punto di vista dell’altro, aspettandosi che sia l’altro a cambiare. Nelle coppie funzionali, c’è un senso di fiducia, si affrontano i problemi con tolleranza per quanto riguarda le differenze e le incertezze. Sono in grado di sperimentare soluzioni nuove, espandere le possibilità di risposta e cambiare direzione quando è necessario.

 

“RED FLAG” DI UNA RELAZIONE TOSSICA: eccome come riconoscerla

Le relazioni tossiche rappresentano un grave problema che molte persone affrontano quotidianamente. Si tratta di legami dannosi e disfunzionali che possono causare stress emotivo, fisico e mentale, compromettendo il benessere psicologico e fisico delle persone coinvolte.

È importante riconoscere i segnali di una relazione tossica per poter agire tempestivamente e proteggere la propria salute mentale e emotiva:

  • La sensazione di essere costantemente controllati, isolati o manipolati dal partner
  • La presenza di episodi di gelosia e possessività eccessiva
  • La mancanza di rispetto reciproco e la presenza di critiche costanti
  • La sensazione di non poter esprimere liberamente i propri pensieri e sentimenti
  • La presenza di abusi verbali o fisici
  • Sentirti costantemente in colpa o insicuro/a

Tale tipologia di relazione è dovuta a:

  1. Comunicazione inefficace: mancanza di comunicazione aperta ed empatica, frequenti litigi e malintesi.
  2. Dipendenza emotiva: uno o entrambi i partner dipendono emotivamente l’uno dall’altro per il proprio benessere emotivo.
  3. Controllo e gelosia eccessivi: uno dei partner cerca di controllare l’altro, limitando la sua libertà e iniziando a manifestare segni di gelosia intensa.
  4. Mancanza di fiducia reciproca: uno o entrambi i partner non si fidano l’uno dell’altro e possono sospettare di tradimenti o comportamenti ingannevoli.
  5. Manipolazione e abuso: uno dei partner usa tattiche di manipolazione emotiva o psicologica per controllare l’altro o può verificarsi abuso fisico o verbale.
  6. Scarso rispetto reciproco: mancanza di rispetto reciproco nei confronti delle opinioni, dei bisogni e dei desideri del partner.
  7. Cicli di rottura e riconciliazione: una continua alternanza tra periodi di conflitto, separazioni temporanee e ritorni insieme senza che vi sia una reale risoluzione dei problemi.
  8. Mancanza di supporto reciproco: mancanza di sostegno emotivo e supporto nei momenti difficili o nelle sfide della vita, con uno o entrambi i partner che non si sentono sostenuti nell’affrontare le difficoltà.

 

“Non me ne ero accorto/a prima, adesso come faccio?”: come affrontare una relazione tossica

In presenza di uno o più di questi segnali, è fondamentale stabilire limiti chiari e comunicare apertamente con il/la partner riguardo ai propri bisogni e desideri. In alcuni casi, può essere necessario chiedere aiuto a un professionista, per affrontare la situazione in modo adeguato.

 

  1. Riconosci i segnali di una relazione tossica e ammetti che potrebbe non essere sana per te
  2. Parla con il partner e esprimi i tuoi sentimenti e preoccupazioni in modo chiaro e onesto
  3. Cerca supporto da amici, familiari o un professionista per capire meglio come gestire la situazione
  4. Impara a valorizzare te stesso/a e a mettere i tuoi bisogni e la tua felicità al primo posto
  5. Prenditi del tempo per guarire dalle ferite emotive causate dalla relazione tossica

 

Le strategie utili possono essere:

  • Comunicare in modo onesto e aperto: parlate dei vostri sentimenti, preoccupazioni e desideri in modo chiaro e rispettoso. Evitate di reprimere le emozioni o di evitare di affrontare i conflitti
  • Identificare i problemi: cercate di capire quali sono i fattori che contribuiscono alla disfunzionalità della vostra relazione. Potrebbe essere la mancanza di fiducia, la mancanza di comunicazione, il controllo eccessivo o altri problemi.
  • Lavorare insieme per trovare soluzioni: una volta identificati i problemi, mettete in atto dei piani d’azione per affrontarli e risolverli insieme. Ad esempio, potreste stabilire delle regole di comunicazione più efficaci, fare terapia di coppia o prendere del tempo per voi stessi.
  • Imparare ad ascoltarsi reciprocamente: imparate ad ascoltare e a comprendere i sentimenti e i bisogni del vostro partner senza giudicare o interrompere.
  • Instaurare un ambiente di fiducia e rispetto reciproco: lavorate per costruire una base solida di fiducia e rispetto nella vostra relazione. Evitate di criticare o giudicare il vostro partner e siate disposti a perdonare e a lasciar andare i conflitti del passato
  • Essere disposti a fare compromessi: è importante essere flessibili e aperti nel cercare soluzioni che siano soddisfacenti per entrambi. Lasciate da parte l’orgoglio e la testardaggine e cercate di trovare un terreno comune.
  • Mediazione: coinvolgere un mediatore neutrale per facilitare la comunicazione e aiutare le parti a trovare soluzioni condivise.
  • Terapia di coppia: coinvolgere un terapeuta specializzato in terapia di coppia per affrontare i problemi di relazione e lavorare insieme per migliorare la comunicazione e la vicinanza emotiva.
  • Lavoro sulle dinamiche familiari: se il problema è influenzato da dinamiche familiari disfunzionali, coinvolgere altri membri della famiglia o cercare terapia familiare per affrontare le dinamiche e le interazioni dannose.

Bisogna chiedere aiuto e sostegno durante questo processo. Qualcuno che aiuti a ricordare quello che ognuno merita e che è possibile trovare un legame sano e equilibrato con qualcuno che ci rispetti e ci ami veramente.

Un percorso di psicoterapia presso il Centro Flegreo di Psicoterapia Cognitiva di Napoli può aiutarti ad approfondire queste tematiche e a sviluppare strategie per liberarti delle relazioni tossiche: puoi prenotare il tuo appuntamento online cliccando qui https://www.psicoterapiaflegrea.it/appuntamenti/

DUE CUORI E UNA TERAPIA

La psicoterapia può giocare un ruolo fondamentale nel trattamento delle relazioni disfunzionali. I terapeuti lavorano con la coppia, per favorire un ambiente sicuro e di supporto in cui esplorare i problemi di relazione e per identificare i modelli di comportamento disfunzionali su cui lavorare. L’obiettivo è trovare un nuovo equilibrio nella vita della coppia. Basandosi, in primis, su un’immagine evolutiva della relazione per cambiarne la forma statica di castello o prigione e passare ad una flessibile che va incontro a cambiamenti di bisogni e priorità in un processo di rinegoziazione reciproca e continua. Oltre alla risoluzione del conflitto, inteso come conflitto costruttivo, le coppie devono essere aiutate a costruire nuovi modelli interattivi, esplicitando risorse e preferenze di ciascun partner. Il terapeuta collabora con la coppia per comprendere i modelli di interazione e le dinamiche relazionali che contribuiscono ai momenti di crisi. Questo aiuta a identificare i nodi problematici e a individuare nuove modalità di comunicazione e interazione.

Il terapeuta incoraggia i membri del sistema a esplorare nuove prospettive e modi di vedere le situazioni. Questo può aiutare a rompere vecchi schemi di pensiero e a favorire la comprensione reciproca. Identificare obiettivi condivisi e sviluppare regole e norme di comportamento che favoriscano una maggiore coesione e armonia. Potenziare le risorse individuali e di coppia che possono essere utilizzate per affrontare le sfide e superare i conflitti. Il terapeuta incoraggia la comunicazione aperta, il confronto costruttivo e la collaborazione tra i membri del sistema. Spesso le coppie arrivano in terapia quando i problemi sono gravi o cronici. A qualunque stadio del ciclo di vita la coppia si trovi, può iniziare una terapia per pensare e pianificare, chiarire le aspettative nei confronti propri e del partner, contattare in maniera più esplicita le regole relazionali. In terapia la coppia può considerare le transizioni come un’opportunità di cambiamento, dove ciò che ha funzionato in passato non è più utile per lo stato attuale della coppia.

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BIBLIOGRAFIA

Andolfi, M. (1999). La crisi della coppia. Una prospettiva sistemico-relazionale. Raffaello Cortina, Milano.

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Menghi, P. (1997). Zone di silenzio. Mandala Scuola di Normodinamica, Roma.

Walsh, F. (1982). Concetti del funzionamento familiare normale. Tr. It. In. Walsh, F. (a cura di) Processi Familiari Normali. Franco Angeli, Milano 1986.